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«La poesia non indica, significa; non segna il tempo, ci insegna che anche nell'evanescenza c'è un tempo che ritorna, pur passando: è il sentimento della traccia, che la poesia riconosce come sentiero in orizzonte dell'animo. Nella poesia di Angela Perulli anche l'evanescenza del tempo 'di fuori' significa liricamente: come libertà di prefigurare un altro senso, possibile e pure reale nella sua sfumata verosimiglianza improbabile. E così, la natura si traduce nei versi, qui raccolti, in sboccio di vivente inerenza, da dove anche l'ormai si affaccia sul quotidiano presagio che viene.» (Carlo A. Augieri)