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La poesia, così come viene intesa da Luciana Latini in questa silloge dal titolo che evoca sospese atmosfere, ha una doppia valenza: essa è sì un potente mezzo per costruirsi attorno una sorta di scorza protettiva, un "muro di corteccia rugosa", per usare le parole dell'autrice, a protezione di un cuore troppo ricettivo e per questo sofferente ma è anche, e soprattutto, l'espediente che la poetessa usa per elevarsi al di sopra delle difficoltà, del male, delle tenebre sempre in agguato. Il suo però non vuole essere un vile fuggire, evitando i problemi, aggirando gli ostacoli, bensì un salire verso gli astri più luminosi attraversando la piaga, il tunnel oscuro e pieno d'insidie che ogni giorno la vita ci impone di attraversare."