Tab Article
Dopo aver letto "Madame Bovary", può venire in mente di dialogare con Emma, di sentire la sua voce. Accade allora di cogliere in lei, donna di provincia, desideri e delusioni che appartengono alle donne di ogni tempo e Paese. Può anche venire in mente di accostarla ad altre adultere. Occorre però una voce di donna autorevole che le inviti a parlare. Chi, se non la principessa di Clèves? Una giovane sposa travolta dalla passione amorosa nella corte frivola e feroce di Enrico II e Caterina de' Medici, che Madame de la Fayette ha reso protagonista, inaugurando nel 1678 il grande romanzo moderno. Così un lettore o una lettrice si accosta e dialoga con ciascuna di loro. Il congedo è affidato a una figura del mito, Elena, plasmata e riplasmata dai tempi di Omero ai giorni nostri. L'adultera per eccellenza, dunque. Ma le cose per lei sono più complesse; la sua figura, infatti, fin dal mondo antico, scorre dall'immagine della moglie infedele a quella della moglie virtuosa. Così, spossessata com'è della sua identità, cede la parola a Psiche, a colei che, attraverso il dolore, ha saputo costruire se stessa. Poiché "Care adultere" trae spunto da alcune grandi opere letterarie, si tratta di una operazione metaletteraria. Eppure queste donne, tolte dal loro contesto narrativo, nel dialogo con un lettore o con una lettrice rimangono fedeli alla loro storia e sanno proporla con quelle parole di amicizia e di confidenza che sfidano il tempo.