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In una tranquilla casa della periferia torinese una famiglia è costretta a cambiare le proprie abitudini a causa della convivenza con Irene, malata di Alzheimer. Ogni giorno la malattia della donna peggiora sempre più e i gesti e le azioni di tutta la famiglia sono volti unicamente alla speranza, vana, che Irene guarisca. Tutti si prendono cura di lei, in particolare la nipote Sofia. Un giorno, la ragazza trova il diario che suo nonno Silvio ha scritto, di ritorno dalla Seconda guerra mondiale, e lo prende come un segno di speranza. Sofia intraprende un percorso nella memoria sulle orme del suo passato, nel tentativo di recuperare informazioni su suo nonno da giovane. La memoria diventa la prova più evidente della nostra esistenza, dice cosa siamo stati, per chi, e cosa siamo diventati, il come. Dimenticare è come sparire. Anzi, peggio: è come non essere mai esistiti né per sé né per gli altri.