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Arsène è un rifugiato ruandese che, fuggito dal proprio paese dilaniato dalla guerra civile, ha trovato a Parigi una nuova famiglia. Nell'adolescenza, la sua vita si incrocia con quella di Suzanne, un'insegnante giovane e intraprendente che tiene un corso di scrittura e che, convinta dell'importanza degli oggetti nella nostra vita, riuscirà a far parlare Arsène di sé e del suo "eroico" viaggio. Anche Suzanne vive una tragedia familiare: la morte del padre e la perdita della casa in cui era cresciuta. Ci sono diversi modi di affrontare drammi piccoli e grandi, dalla perdita delle persone care a veri e propri genocidi, all'emigrazione forzata. Ghata decide di parlarne con dolcezza, mostrandoci Arsène, un bambino in fuga dal suo villaggio con solo una valigia al seguito. Una valigia che gli servirà da rifugio durante le notti nella foresta, e che sarà il suo unico legame con la sua vita precedente, una volta arrivato a Parigi, adottato da una coppia amorevole e attenta. Sia Arsène, sia Suzanne, attraverso la scrittura e l'immaginazione, affrontano e per quanto possibile superano ciò che hanno vissuto, regalandoci, e regalandosi, un lieto fine.