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Nell'estate del 1982 il quattordicenne Marco Milordi trascorre le vacanze insieme alla famiglia sulla costa del Sud Italia. Il racconto delle giornate passate in spiaggia, delle nuotate e delle scorribande con gli amici si intreccia, fin dalle prime pagine, a un clima di tensione e imminente pericolo. La forza dell'adolescenza, con le sue paure e bassezze, la sua grande vitalità ed energia si accosta impietosamente all'insoddisfazione degli adulti e a una sottile e costante violenza nei loro rapporti. Durante quell'estate Marco incontra due persone che cambieranno per sempre la sua vita e, in maniera differente, contribuiranno alla sua crescita, segnandone il passaggio dalla condizione di ragazzo a quella di uomo: Achille, un anziano bizzarro dallo sguardo che "perforerebbe una lastra di marmo", un emarginato dispensatore di saggezza che lo aiuterà a trovare le risposte ai suoi quesiti esistenziali; e soprattutto Maria, la "ragazza del fuoco", una sua coetanea impertinente e ribelle che, con la sua arcaica sensualità e la sua aura di mistero, lo porterà a compiere azioni fino a poco prima per lui impensabili. Una morte improvvisa e violenta segnerà la fine della loro adolescenza. Sono trascorsi vent'anni da quell'estate, ma il caso ha voluto che Marco e Maria debbano incontrarsi di nuovo.
"Le immagini scorrevano come su di uno schermo cinematografico che aveva come fondale il fuoco". Questo libro, come un film, è immaginifico e avvincente. Ma, oltre la sua superficie, si segue una traccia. NelLa ragazza del fuoco l'incontro di due ragazzi si intreccia con un senso della vita più ampio: olistico, sensoriale e spirituale. La loro storia, si fonde con la natura e diventa parte di un tutto: abbandonandosi a questo senso ogni azione diventa comprensibile e tutte le domande hanno la loro risposta, in una metaforica congiunzione di un cerchio ( "l'inizio e la fine del tempo"), o nella ricorsività del simbolo dell'infinito. "La fine di ogni viaggio è l'inizio di un altro. Il mondo non finisce qui".