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In questo libro l'Autore presenta alcuni saggi intorno ai temi della memoria sociale e culturale, della creazione di una tradizione e dell'invenzione del sentimento civico cittadino, a Bologna, negli ultimi decenni del Trecento e nei primi del Quattrocento. Essi costituiscono un progetto di ricerca coerente e compatto sulle scritture di storia all'interno del Comune tardomedievale e sulle relazioni tra queste opere e la documentazione archivistica; si indagano i concreti modi di operare dei notai, degli archivisti, degli scrittori e si esaminano le tracce da essi lasciate su codici e documenti, facendo luce sul ceto funzionariale dell'Archivio pubblico e sull'uso della storia da parte dell'oligarchia cittadina. Lo studio intende condurre il lettore all'interno della fucina di autori, talvolta noti, come nel caso di Giacomo Bianchetti, Matteo Griffoni e Pietro Ramponi, talvolta anonimi, come nel caso dell'autore del Serventese dei Lambertazzi e Geremei.