Tab Article
Con la Relatio tertia de repetenda ara Victoriae, Simmaco si conferma autore fondamentale per ben inquadrare il dibattito tardo-antico, che vede protagonista anche il vescovo di Milano Ambrogio, a proposito di temi quali il monoteismo, il pluralismo religioso e il passaggio dalla doxa degli antenati pagani al dogma dei contemporanei cristiani. La Relatio raggiunge tratti di intensa drammaticità quando un accorato Simmaco domanda e afferma: «Dove giureremo fedeltà nei confronti delle vostre leggi e delle vostre parole? Da quale scrupolo religioso sarà spaventata un'indole bugiarda, affinché non menta durante le deposizioni? Sicuramente, ogni cosa è permeata di divinità e nessun luogo è sicuro per gli ingannatori, ma contribuisce moltissimo alla paura di peccare anche l'essere tormentati dalla presenza dell'immagine sacra. Quell'altare garantisce la concordia fra tutti, quell'altare mette insieme la fede dei singoli credenti, e nient'altro conferisce maggiore autorevolezza alle nostre sentenze del fatto che il Senato prende ogni decisione come se fosse un giuramento.»