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In questo libro il critico e poeta Marco Ignazio de Santis ripercorre l'itinerario poetico di Daniele Giancane dal barricadiero e apocalittico vaticinio nel brulichìo delle metropoli (Vedere e non vedere, 1969; Il monologo ininterrotto, 1975; Profezia n. 1, 1976) alla limpida meditazione lirica (Sulla collina, 1980), dalla riscrittura di testi folklorici (Il tempo rimasto, 1982; I santi in versi, 1990; Amore che arde in petto più del fuoco, 1998) al florilegio e al progetto palingenetico a substrato sociale e religioso (Io e la scimmia pazza, 1984; Marcia di utopia, 1987), dal dialogo fraterno e rievocativo (Il resto del falò, 1990; Nel giardino del cuore, 1992; Un quarto di secolo, 1995) alla trilogia filosofica sulla discesa nell'interiorità (Storie dell'uomo interiore, 2000; Diario dell'anima e un poema infernale, 2003; La vita inconoscibile, 2006), dalla poetica dello scavo noumènico e dello stupore trascendente (21 poesie metafisiche, 2009) al prismatico itinerario sociale, silvano e fotòpico (Specchio a tre facce, 2012), dalle fibrillazioni cardiache reali e spirituali (Le aritmie del cuore, 2013) a uno sguardo curioso sulla testuggine del suo giardino (I canti della tartaruga, 2016), per giungere al consuntivo sul binomio vita-poesia di un appassionante cinquantennio italiano (Anima vagabonda, 2018).