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Ventinove anni fa, mons. Marcel Lefebvre, nell'ottantatreesimo anno della sua vita, sentendosi avvicinare l'ora suprema (sarebbe morto poco meno di tre anni dopo, il 25 marzo 1991), consacrò quattro vescovi, tratti dai suoi sacerdoti, senza più attendere il prescritto mandato pontificio, promesso in estenuanti trattative trascinantesi da mesi ma sempre sottoposto a condizioni e rinviato. In tal modo garantiva la sopravvivenza della "Fraternità Sacerdotale san Pio X", congregazione di vita in comune senza voti (pubblici), da lui regolarmente eretta nel novembre 1970, per la conservazione della sana dottrina cattolica, dei seminari ad essa ispirati, della S. Messa di rito romano antico. Fu immediatamente scomunicato ipso iure da Giovanni Paolo II. I due saggi qui raccolti argomentano la teoria dell'arbitrarietà della scomunica, perché l'anziano presule avrebbe agito in evidente stato di necessità e senza alcuna intenzione scismatica.