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Benvenuti a Las Vegas, l'ultimo posto onesto d'America, dove l'etica del capitalismo è messa a nudo senza inganni e ipocrisie. L'autore ci ha passato quattro settimane partecipando alle World Series of Poker, l'equivalente dei nostri campionati del mondo. Ha giocato, curiosato dietro le quinte, ascoltato storici e imprenditori, chiacchierato con una quantità di personaggi bizzarri per raccontare dall'interno il variopinto universo che si muove attorno a uno dei giochi strategici più affascinanti di sempre, variante ludica di un sogno americano alla costante ricerca di rinnovamento. Un libro che parla di poker, dunque, e perciò di talento, intuito, psicologia, abilità. Ma anche un reportage che parla dell'America di oggi e ripercorre le vicende che ci hanno portato fin qui, dalle gesta leggendarie di Stu Ungar a quelle di Cathy Hulbert e della sua banda di simpatici contatori di carte, tutti geni della matematica e disadattati sociali, per arrivare alle avventure dei nuovi fenomeni provenienti dalla galassia online. Ne esce fuori il ritratto sorprendente di una città non così banale come si vorrebbe pensare, ultimo feticcio di quel che rimane del nostro Novecento capitalistico.