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L'avvio è da farsa, da commedia, come da tradizione di famiglia giacché Corrado Taranto è figlio di Carlo e nipote di Nino. Otto rotoli di carta igienica alla camomilla per scrivere, ogni rotolo un capitolo. Il cesso di un autogrill sull'autostrada come pensatoio. Ma poi il libro si fa serio, come da altra tradizione di famiglia, giacché i Taranto sono grandi pure nel repertorio di Raffaele Viviani e in ruoli destinati a far pensare. Erano gli anni in cui il popolo cominciava a diventare gente ed era il principio della fine.