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L'incredibile storia, in parte romanzata, di Fernando Nannetti, nato a Roma nel 1927. Un'intera vita in manicomio, prima a Roma e poi a Volterra dove, con l'ardiglione del gilet dato in dotazione ai degenti, comincerà a scrivere, sul muro esterno del padiglione Ferri, il suo Diario di pietra. Una testimonianza toccante del desiderio di libertà fosse anche solo attraverso i segni, le parole, i disegni e le frasi che imprimerà, con energia, su 180 ml di muro. Il grido di centinaia e centinaia di persone che venivano violate nella loro essenza umana, private completamente della propria dignità di uomini e donne. Una denuncia importante arricchita da espressioni che sono spesso vere e proprie poesie che ci riportano la profondità di un uomo che si è visto da sempre privare dell'elemento più importante per ogni individuo: la libertà di essere e di esistere.