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Negli ultimi anni la geopolitica è spesso divenuta materia adatta a quotidiani e trasmissioni di prima serata: la riflessione legata a quella che Ernesto Massi definiva "la fase dinamica della geografia politica" ha spesso lasciato il campo a una geopolitica senza territorio, fatta da giornalisti più che da scienziati, che spesso interpretano in maniera superficiale questioni complesse, aderiscono acriticamente a tesi di comodo, riducono la complessità delle dinamiche umane al solo dato econometrico, o ancora individuano nessi casuali tra eventi distanti sgranando, secondo una logica deterministica, lo svolgersi complesso dei nodi di una collana che non ha altro filo che quello della volontà umana che si intreccia ai capricci della geografia. Nell'epoca contemporanea, caratterizzata dalla diffusione dei media sociali, le interpretazioni delle dinamiche globali escono infatti dalle accademie e trovano spazio nell'agorà digitale. Si tratta di un fenomeno inarrestabile, foriero di problematiche e opportunità che i prossimi anni si incaricheranno di comprendere e risolvere.