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L'età «moderna», la «terza età» della storia dell'arte dopo la «rinascita» - secondo la percezione che se ne fece Giorgio Vasari quando scrisse i Proemi delle Vite - si apriva con Leonardo da Vinci. Agli occhi di Vasari, dunque, l'età «moderna» si distingueva nettamente dalla «seconda età» che includeva i maestri quattrocenteschi, i quali erano stati tanto rigorosamente studiosi delle regole, delle misure e delle proporzioni matematiche. Invece sotto la «prima età» andavano compresi i maestri giotteschi: ai quali quelle regole, misure e proporzioni matematiche ricavate dallo studio dell'arte antica e di Vitruvio non erano ancora note. Presentazione di Carmelo Occhipinti.