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La vita ci porta a confrontarci con i rimpianti, i rimorsi, la rabbia e il dolore che, in un alternarsi di silenzi e grida, ci inseguono quando siamo consapevoli del male fatto e ricevuto. Nasce spontanea la domanda: vogliamo perdonare? Possiamo essere perdonati? Possiamo perdonarci in quella stanzetta del cuore dove l'Altro non c'è? Dove, raccolti e senza maschere, siamo solo noi allo specchio? Viviamo di rapporti; i più significativi sono quelli di amore, di amicizia, le relazioni familiari, professionali. Sia Fabio sia Giovanni, protagonisti dei due racconti contenuti nella silloge, sono stati duramente provati dalla vita e ognuno a modo proprio cerca un riscatto. Fabio avrebbe voluto studiare Lettere invece a causa dello sconsiderato comportamento del padre si ritrova autista di autobus con una moglie sensibile al corteggiamento. Giovanni deve prendersi cura di una sorella incapace di intendere e volere, di una madre su sedia a rotelle per paralisi progressiva e di un padre in fase oncologica terminale. Il terzo testo è un racconto-non racconto, in bilico tra riflessione e flusso di coscienza: il protagonista si interroga sulla reale opportunità di vivere fino a cent'anni e anche di più.