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La letteratura giapponese è esteticamente raffinata. La poesia in particolare fu ed è coltivata con profonda passione. Lo waka affonda le proprie radici nell'antichità e il termine si scompone in wa (uno dei nomi con cui viene identificato il Giappone) e ka (canto/poesia), da qui il termine waka ossia poesia giapponese. Lo waka si compone di versi molto brevi, in tutto trentuno sillabe, i temi più trattati sono la natura e l'amore, cristallizzati in soli cinque versi. Pochi poeti occidentali, ancora meno italiani, si sono messi alla prova con questo tipo di poesia. Antonella Azzoni in trentacinque waka pennella e sfuma un universo emozionale che ha radici nel suo cuore. La passione amorosa nelle sue differenti sfumature è vissuta in consonanza con la sensibilità per le manifestazioni e i cambiamenti della natura, in linea con la tradizione poetica del Giappone. In particolare, la nostalgia, la solitudine, l'assenza dell'amato, sono posti direttamente in rapporto con il giungere dell'autunno e il suo graduale trascolorare nella stagione invernale. La ripetitività e insistenza dei contenuti, sì come di certe formule poetiche, sono ricercate dalla poetessa nell'intento di evocare tutta la monotonia di una pioggia autunnale.