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Interpretare e comprendere i luoghi, le pratiche urbane, il ruolo del potere e le culture territoriali è possibile anche tramite la "fonte non convenzionale" del cinema che, insieme alla fotografia, dal XIX secolo è servito per esplorare in modo dettagliato contesti geografici e territoriali, a volte completando altre confutando le informazioni degli archivi tradizionali, ma di certo entrando a far parte della memoria e dell'immaginario collettivi. Una vera e propria teoria, dunque, con le sue regole e i suoi esempi, dall'opera di autori della nostra storia culturale come Ciprì e Maresco, Francesco Rosi e Pier Paolo Pasolini, fino a casi più recenti e ugualmente paradigmatici come la fiction "Gomorra". Ambienti e città - New York, Napoli, Parigi, Roma - raccontati da molteplici punti di vista, nella tensione fra interni privati ed esterni pubblici, dalle luci e dalle ombre degli "spazi qualunque", nelle vite dei personaggi, attraverso il linguaggio visivo del cinema che è in grado di aggiungere la dimensione emotiva alla percezione intellettuale.