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Ci sono testi - soprattutto se celebri - che, talmente velati dalle numerose e autorevoli interpretazioni critiche, finiscono per diventare trasparenti, invisibili. Per tornare a vederli bisogna dimenticare quel poco, o quel tanto, che se ne sa e affrontare la pagina "per la prima volta". Umberto Fiori - ripartendo dal semplice "testo che parla", dal bisogno di spiegare uno scritto lontano da ogni lavoro sistematicamente critico - ci regala così una lucida e appassionata lettura d'autore di alcuni tra i testi più affascinanti della letteratura antica e moderna. Dalla riflessione sull'invidia - la Bibbia, Plutarco, Eraclito, Leopardi - alle domande sulle idee di umanità, uguaglianza, democrazia - Vittorini, Calvino e Freud; dalle note su Mallarmé e Sbarbaro, Ungaretti, Caproni e Sereni alle poesie di Baudelaire e ai racconti di Kafka, a emergere nelle letture è innanzitutto il legame tra il testo e chi gli va incontro. Legame vitale, più forte di ogni nostra incomprensione, di ogni esegesi, di ogni chiarimento.