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È dai tempi di Antigone e Creonte che vive l'umano dilemma tra la legge positiva degli uomini e la legge naturale dell'individuo. Luisa Diamante è costretta a scegliere segnando per sempre la sua vita. Una storia antica, di amore e di passione, di violenza e amicizia, nella quale i senti menti selvaggi riflettono la natura dell'Aspromonte, teatro della scena, dove si intravede la figura poderosa di un lupo, che giocherà un ruolo quasi magico e straordinario. La protagonista scrive dal carcere e ripercorre gli anni spensierati dell'infanzia, spensierata fino a quando a dieci anni la vita le procura la prima cicatrice. La parola "assassina" pronunciata dal giudice durante la sentenza è un marchio, un'altra cicatrice, e le cicatrici sono visibili solo quando la ferita coinvolge gli strati più profondi della pelle, dell'anima.