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Flavio è un ragazzo difficile e tormentato. Odia sua madre ritenendola responsabile, insieme all'amante, della tragica morte del fratellino Enrico, affetto da una rarissima sindrome denominata "le cri du chat", 'il grido del gatto'. I bambini che ne sono affetti emettono vagiti, che ricordano il lamento del gatto. Lo stesso grido che Flavio sente dentro di sé, voce del proprio tormento interiore a cui non riesce a dare voce. Quando il ragazzo scopre che il padre, morto suicida, era solito scrivere sui margini bianchi delle migliaia di libri che possedeva i propri pensieri inespressi, riafferra il filo perduto della vita di quel genitore che aveva sempre sentito distante. È un fil rouge casuale e poetico con cui ricostruirà il racconto di una vita e anche la propria identità. Sullo sfondo l'amore dissonante per una ragazza persa nelle ombre della sua anima e una città, Napoli, opaca e guasta quanto mai lontana dal brodoso stereotipo oleografico.