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La generazione che nel 2001 andò a Genova a contestare il G8 aveva ragione. Scese in strada per la democrazia partecipativa, il diritto di migrare, la legittimità del conflitto sociale, l'informazione dal basso, la distribuzione globale di cure e vaccini. Sfrontata e laica, internazionale per definizione e precaria per costrizione, quella generazione proponeva modelli che non facessero rima con sfruttamento. Rivendicava una convivenza sociale diversa. È stata repressa, ammazzata di botte nelle strade, nelle carceri o in mattatoi improvvisati. Divisa in buoni e cattivi. Perseguitata nei tribunali. Ora che i processi sono finiti, è tempo di comprendere. Genova durò sette giorni, sette giorni di assemblee e dibattiti, ma se ne ricordano solo due, tragici, convulsi. "Happy Diaz" li racconta tutti, dal lunedì alla domenica, facendo affiorare sogni, incubi e ossessioni attraverso la musica che quella generazione ha ascoltato. Attraverso memorie e testi, "Happy Diaz" narra di come si arrivò a Genova, con quale stato d'animo si scrisse l'agenda della contestazione; con quali note in sottofondo, per vent'anni, quella generazione si preparò alla politica, alla violenza, giorno dopo giorno. Con tredici ritratti di Tuono Pettinato.