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"Nel 2010 ho iniziato a partorire l'idea di realizzare un libro in cui, attraverso le parole dei protagonisti, veniva descritto quel sottobosco di cinema horror troppo spesso ignorato. Così, dopo un lavoro di circa due anni, grazie a tutti i registi e agli addetti ai lavori chiamati all'appello e che sposarono la causa, venne alla luce "Terrore Italiano. L'horror contemporaneo raccontato dai protagonisti" (a cui sono seguiti due capitoli). È passato qualche anno da quella pubblicazione, e tante cose sono cambiate. Quel libro lo porto nel cuore, perché ancora oggi rimane una sorta di testimonianza, un testo che andava a presentare un "mondo" sconosciuto al grande pubblico. Ma c'era un grande problema. In tanti che avevano letto il volume, nel tempo mi hanno contattato (il potere dei social) chiedendomi dove potevano recuperare alcuni titoli di quei film che il libro sviscerava; d'altronde era proprio questo l'obiettivo di Terrore Italiano, stimolare il lettore e dare, nel suo piccolo, la possibilità di far conoscere registi e filmografie che "la critica che conta" spesso snobba".