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La mattina del 27 agosto 1923 sul confine greco-albanese la delegazione italiana incaricata dalla Conferenza degli Ambasciatori di tracciare i confini tra Grecia e Albania venne trucidata. A morire il generale Tellini, il maggiore Corti (medico della spedizione), il tenente Bonaccini, aiutante di campo di Tellini, l'autista Farnetti, e l'interprete albanese, Thanassi Gheziri, un epirota di Leskovik. Benito Mussolini, presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri in carica dal 31 ottobre 1922, accusò il governo di Atene inviando la flotta della Regia Marina, che dopo un breve bombardamento occupò l'isola di Corfù. L'Italia fu scossa da un impetuoso moto antiellenico e antislavo esposto in questo saggio grazie ai documenti d'archivio e ai giornali dell'epoca. Il governo di Roma pretese il pagamento di una ingente somma di denaro come risarcimento e l'umiliazione di Atene, mentre Londra e Parigi osservavano la prima uscita ufficiale di Mussolini in chiave internazionale.