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Nel "Silenzio" un uomo di mezza età, scrittore e giornalista, già navigato e con esperienze diverse che certamente, pur arricchendolo umanamente, ne hanno travagliato l'esistenza, vuole raggiungere una meta impossibile: scoprire la sostanza del silenzio e riuscire a descriverlo. Nel "Bene oscuro" un uomo viaggia sotto una pioggia incessante verso una meta sconosciuta. I fari della macchina creano un effetto di proiettore non riuscendo a penetrare lo spesso buio della terribile notte. Ma riescono invece a far immaginare al guidatore, come in un immaginario schermo, scene del film della sua vita che si mescolano ai ricordi dei rapporti al femminile di cui la moglie costituisce una parte fondamentale. Amore spirituale e soprattutto amore dei sensi che la memoria scandaglia nei più nascosti anfratti del cervello, naturale serbatoio di ricordi. Ricordi che ci rivelano una vita fatta di illusioni e disillusioni, di amore e di odio, di stima e disistima, di sopportazione e rabbia. Una vita come tante altre marcate dalla noia e dall'abitudine che ognuno cerca di sviare intavolando altri rapporti.