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Il principale contributo di Jung alla conoscenza della psiche umana è stato il concetto di inconscio come vero e proprio "mondo", altrettanto reale e vitale del mondo conscio e "riflessivo" dell'ego, ma infinitamente più esteso e ricco: solo conoscendo e accettando l'inconscio l'uomo può realizzarsi completamente. Il linguaggio e i "personaggi" dell'inconscio sono i simboli, e i sogni i suoi mezzi di comunicazione. Ogni sogno è una comunicazione diretta, personale e significativa rivolta al soggetto sognante, che fa uso di simboli comuni a tutti gli uomini, ma trasmessi con una modalità assolutamente personale e dunque interpretabili solo in chiave individuale. Jung non volle essere l'unico autore del libro: volle che esso costituisse lo sforzo collettivo di un gruppo di stretti collaboratori e discepoli ai quali aveva cercato di trasmettere i suoi metodi e il suo insegnamento: Marie-Louise von Franz, Joseph L. Henderson, Aniela Jaffé e Jolande Jacobi. All'età di ottantatré anni, Jung ideò l'intero piano dell'opera e dedicò gli ultimi mesi della sua vita a elaborare il suo contributo e alla redazione delle parti scritte dai quattro collaboratori. Dopo la sua morte Marie-Louise von Franz si assunse la responsabilità complessiva della conclusione del lavoro secondo le esplicite istruzioni date da Jung.