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Questa volta la poltrona dell'analista non è dietro lo schermo, per spiegare, ma davanti, per guardare. Vittorio Lingiardi non recensisce i film che ha visto, ma li rivede insieme ai suoi lettori, cercando di cogliere, pellicola dopo pellicola, le immagini che precedono il pensiero e lo producono. Perché una mente che incontra una storia non è più la stessa. E viceversa. Al cinema con lo psicoanalista è una lunga seduta sui film (e qualche serie) di questi anni - dallo 007 di Spectre al canaro di Dogman, dalle onde di Fuocoammare al potere dei ricordi di Dolor y gloria - scandita in sei stanze sensibili: le donne, i cavalier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese. L'accesso a ogni stanza è aperto dall'immagine di un film e introdotto da un testo poeticamente psicoanalitico. Prefazione di Natalia Aspesi.