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La Ludo è una cascata di capelli rosso fuoco. Una ragazza intelligente, riflessiva - dicono i prof - ma insidiata dall'insoddisfazione di sé, del proprio corpo, delle proprie capacità. Il racconto di pochi mesi, dalla primavera all'inverno, tra amicizie complicate e una famiglia perbene, tra l'aula di scuola, percorsa da passioni e smarrimenti, e la camera di casa, silenzioso precario rifugio. Nel suo cammino insolito e tormentato Ludo sembra assecondare un impenetrabile destino. «Volere... cosa? Non è di questo che l'accusano, di non avere forza di volontà? Lei ce l'ha la forza, non di volere. Piuttosto, di non volere: parlare, partecipare, mangiare. Che poi, lei neanche ha capito dove stia, la volontà: è una forma del pensare? Davvero? Cartesio l'ha messa in confusione, ci sarà pure un qualche filosofo che ha scritto qualcosa di meglio. L'intelligenza certo non la dirige, però la contamina, la deprime... Sarà anche potente - la volontà - ma non può tutto: può ammalarsi deteriorarsi svanire... E a quel punto? Non ci sono pastiglie per la volontà».