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Nell'immaginario comune Roma è caput mundi, un centro capace di irradiare fino alle più remote periferie modelli di organizzazione politica, sociale ed economica, ma anche pratiche culturali e stili di vita. In tale contesto, la produzione letteraria latina offre prospettive interessanti sulle diverse elaborazioni intellettuali. Questo volume analizza e discute le modalità secondo cui la dialettica tra centro e periferia si configura in vari autori dell'età augustea e della prima età imperiale, come Virgilio, Orazio, Ovidio, Seneca, Petronio, Stazio, Giovenale, Plinio il Giovane, Tacito e altri ancora.