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Una ricerca fotografica dedicata all'universo femminile, al suo rapporto con il territorio, con l'elemento latte e con il mondo contadino che gravita attorno ad esso. Un viaggio nelle malghe e nelle latterie del Friuli, quelle ancora operanti e quelle diventate luoghi della memoria. Tracce, sguardi, saperi trasmessi come arte dalle mani dei casari alle loro figlie. Ritratti che raccontano scelte di vita coraggiose di donne impegnate in agricoltura e allevamento oggi. «Fotografo gli echi e la memoria della mia infanzia, con i prati pieni di erba e di fiori e il rumore delle falci che disegnavano con i loro tondi il tempo del mattino. L'erba diventava fieno e riempiva le stalle. I gesti e i suoni erano riflessi di donne. C'era il sapore buono del latte di nona Zita e la latteria era un centro di incontri e di vita. Oggi cerco le tracce di quel mondo, negli stavoli vuoti, nelle latterie silenziose, negli oggetti abbandonati che raccontano gesti. Ma incontro anche luoghi dove le donne resistono, inventano, innovano. Donne che hanno conservato le stalle di famiglia, o hanno aperto stalle nuove».