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"Alternative per il socialismo" dedica questo numero monografico a Rosa Luxemburg nel centenario della sua uccisione perpetrata dai Freikorps, le milizie paramilitari del governo socialdemocratico tedesco, nella notte tra il 15 e il 16 gennaio del 1919 a Berlino nel corso della terribile repressione contro la Rivolta spartachista a cui la rivoluzionaria polacca partecipava insieme a Karl Liebknecht. Questo ci consente anche di ricordare Lelio Basso, il fondatore della rivista "Problemi del socialismo", che ha tradotto la Luxemburg e che è stato così importante nel farla conoscere in Italia. Con lui vogliamo anche ricordare la nostra Rina Gagliardi. La scelta di dedicare un numero monografico della rivista a Rosa Luxemburg, in un anniversario così pregnante, si giustifica da sola. Essa è rivolta, infatti, a una delle più grandi figure rivoluzionarie di tutto il '900, ma la scelta è anche un atto d'amore. Una parola che sembra poco adatta a ricordare chi nella rivoluzione ha investito tutta la propria vita. Ma per la Luxemburg vale, in particolare, la celebre frase di Marx "niente di ciò che è umano mi è estraneo". Quell'attenzione al mondo esterno dedicata dalla cella del carcere, dove era imprigionata per la sua antimilitarista opposizione alla guerra, è quasi diventata una figura retorica, eppure in essa si rivela la cifra della persona. La stessa umana passione è quella che si legge nelle lettere a Leo Jogiches, l'uomo con cui condivideva il progetto politico, che amava e da cui attendeva amore e complicità. Aveva scritto in una lettera dal carcere di sperare "di morire sulle barricate". Ma di questa frase non si intende il senso se non la si mette in relazione con un'altra lettera in cui scrive: "Restare un essere umano è la cosa più importante di tutte, cioè gettare, se necessario, gioiosamente tutte le proprie forze, tutta la propria vita nella grande bilancia del destino ma, nello stesso tempo, rallegrarsi per ogni giornata di sole, poi ogni bella nuvola. Il mondo è così bello malgrado tutti gli orrori".