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Una sinistra "a venire" non ha più le fabbriche di un tempo e i "fieri compagni del servizio d'ordine", né le masse bracciantili e le "cavallerie contadine". Ha di fronte una "moltitudine" singolarizzata, ancora abbagliata dalle luci del consumo e del successo, per lo più estranea al confronto di un tempo tra socialismo e individualismo, di frequente partecipe di un'idea di libertà che non si distingue più dal paradigma liberale, talvolta distratta, e tuttavia sempre delusa e ancora una volta espropriata. Ricomporre il disperso non è affatto facile. Ma non è inconcepibile; la scomposizione è stata prodotta dalla individualizzazione di massa e può essere ancora oltrepassata da un nuovo orizzonte solidale. Ma perché si possa pensare la possibilità di questa immaginata società solidale bisogna mettere mano al "corpo del re".