Tab Article
Ne "Gli archetipi e l'inconscio collettivo", C.G. Jung scriveva: "Dobbiamo imparare a conoscere noi stessi per sapere chi siamo, poiché inaspettatamente, al di là della porta, si spalanca una illimitata distesa, piena di inaudita indeterminatezza". Questa citazione descrive bene ciò che accade ai protagonisti del romanzo. In un mondo artificiale, dove tutto pare perfettamente organizzato, una salvifica radice di follia riesce a crescere nel buio della logica. Come un fiore resiliente sa nascere dal cemento, una tenera storia d'amore può scrivere le proprie rime all'ombra di regole e controlli, innescando un insopprimibile e pericoloso desiderio di conoscenza. Un vero e proprio viaggio nel cosmo la cui destinazione sconosciuta conduce al centro di se stessi.