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Luglio 2005. Aldo è un barbiere di venticinque anni che baratta le sue prestazioni con beni e servizi anziché con moneta. Quando conosce Klivia, lei sta partendo per andare su un'isola disabitata. Tìna, la sua eredità. Aldo decide di seguirla. L'isola comincia a popolarsi. Chi arriva porta oggetti, competenze, forza lavoro in cambio di ospitalità. Niente moneta. Un esperimento sociale in cui si scambia, si rispetta, si ascolta la terra. Impossibile che funzioni, oggi. Chi va a Tìna si rifugia forse dalla vita? Intanto l'isola si autosostenta, si autoistruisce, si autogiudica, mentre il mondo la osserva, talvolta la minaccia, riportandola alla realtà. Nel 2016 Tìna vivrà la sua terribile esperienza, ma il nodo da sciogliere è un altro. Capita a tutti, prima o poi, di volersi sentire isola. L'acqua ci distacca dal mondo, così diventiamo noi stessi un'isola perfetta. Ed è allora che dobbiamo ricostruire i ponti, ricollegare, tornare di là. Perché nessuno, in fondo, può salvarsi da solo.