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"Il marinaio che non aveva mai visto il mare" è un romanzo che unisce elementi di autobiografia e letteratura di viaggio, storia e conflitto generazionale. Lo sforzo di metabolizzare la morte del nonno amato e fortemente rimpianto induce l'autrice a compiere un avventuroso viaggio a bordo di una nave cargo. L'intento è quello di ripercorrere le esperienze vissute dal nonno marinaio, autodidatta saggio, onesto e dedito agli altri, che per lunghi anni ha svolto la mansione di radiotelegrafista nella Marina Militare durante la Seconda guerra mondiale e poi in quella mercantile. La narrazione si sviluppa attraverso un doppio binario in cui la descrizione del viaggio viene alternata a retrospezioni che raccontano la vita del nonno. Non manca l'elemento romantico, stabilito dal rapporto non chiaramente specificato tra la protagonista e il marinaio dagli occhi scuri e profondi. Le riflessioni esistenziali danno all'autrice la possibilità di passare dalla concretezza di un piano personale e individuale a una dimensione molto più ampia, collettiva, condivisibile anche a livello spirituale.