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È l'alba. Nei pressi del porto di Pescara, un pescatore rinviene, disteso sull'asfalto, il cadavere di una studentessa di Lettere, Isabella Mancini. La famiglia è sconvolta e la città chiede risposte. A indagare sul caso, nella cornice della riviera adriatica, è Gabriele Faieta, vicequestore abruzzese, tornato nella sua terra dopo alcuni anni di servizio a Roma e una delusione sentimentale alle spalle. Gabriele è giovane, impulsivo, permaloso e anche un po' vanitoso, ma dal cuore buono. Ama il rock, soprattutto quello britannico e americano. Se non fosse entrato in polizia, si sarebbe dedicato alla carriera di musicista professionista: suonare la chitarra, per lui, è la migliore terapia contro ogni tipo di problema. Come nella musica, anche nel lavoro Gabriele non si definisce un virtuoso, ma piuttosto un istintivo. Uno che suona quelle poche note giuste che possono risolvere un concerto e, a volte, persino un caso.