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Il tratto di mare tra Tunisia e Italia non è soltanto un confine fisico. Samir prende la decisione di varcarlo alla ricerca del sogno dell'Occidente, di un futuro migliore, di un proprio posto nel mondo. L'impatto con questa presunta terra santa appare come un rito di passaggio ed espiazione che lo porta ad assistere alla dissoluzione delle proprie illusioni e a percorrere un impervio cammino verso la dignità. Intraprende allora un viaggio nel cuore della giungla della cosiddetta clandestinità, scoprendo un mondo sotterraneo di gerarchie ancestrali, di solito invisibili agli occhi della società regolare, in cui la lotta quotidiana per la sopravvivenza diventa un dato intimamente umano e a tratti tragicomico. Nel suo viaggio verso nord lungo la Penisola, Samir crede di aver compreso la natura degli esseri umani e forse anche l'amore. Solo attraverso un doloroso processo di perdita e maturazione, però, riesce a raggiungere un equilibrio, seppur precario, tra le ferite del passato, ciò che ha imparato e l'unico dato riconoscibile dello scorrere insensato delle nostre esistenze.