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Alma Lampaldi, quarantenne, sposata da dieci anni e senza figli, vive a Roma e insegna in un liceo. Dopo il naufragio del matrimonio e nel pieno di una crisi esistenziale, decide di ritornare in Calabria, nella casa natia, dove ancora vive Angela, l'anziana e unica zia paterna. Qui incrocerà la storia di una famiglia di clandestini albanesi, ospitati già da alcuni mesi, a sua insaputa, dalla zia; tra lei e Vek, il maggiore dei fratelli "schipetari", nascerà da subito una certa attrazione che la coinvolgerà. Avrà anche l'occasione di ritrovare un amore giovanile, il sempre affascinante Ludovico. Pertanto si troverà a vivere giorni di femminilità riscoperta, pur nel dolore del recente passato che continuerà a disturbare il suo tentativo di ripresa. Il romanzo è un poetico susseguirsi di letture intime a cui fa da sottofondo l'incanto e il canto del mare, scenografia naturale, scrigno di amori e sofferenze e spettatore inconsapevole di estreme solitudini.