Tab Article
Poesia di interscambio tra aspetti naturalistici e sensibilità interiore, può essere definita questa silloge di Carlo Ricci, che conduce lungo un'ideale traversata nella natura con l'esigenza di un ritorno ad uno spazio ancestrale e materico, ma nel quale l'uomo possa guardare e comprendere se stesso in rapporto al mondo per scoprirsi, quale individuo, parte essenziale di una temporalità effimera e contestualmente eterna. La realtà esterna, attraverso il solco della memoria e della visione, appare atavico richiamo alle origini, all'appartenenza, alla ricerca di un significato, e nel contempo specchio attraverso il quale l'essere umano riflette le sue passioni e il senso della sua esistenza. Un'opera intensa che apre, tra l'altro, una riflessione molto attuale sul concetto di rispetto della natura in senso lato, guardando con coraggio e struggimento alla condizione umana, sviscerandone fragilità e punti di forza.