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Nella poesia di Sergio Camellini la parola assume una funzione soterica per la sua capacità di svelamento e di luminosità, tramutandosi in un essenziale strumento dialogico tra il poeta e il suo lettore, senza dimenticare che la luce, richiamata dal titolo, non è solo una presenza materiale che illumina un corpo proiettante la propria ombra fatiscente, ma rappresenta allegoricamente il flusso esistenziale sintetizzato nell'estatica emozione di un segno, che delimita l'immagine reale da quella riflessa.