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Yuri Storai consegna al titolo della sua raccolta, "Le mie direzioni", alcuni segreti della propria poetica, quasi un manifesto che ammette la poliedricità e la multifunzionalità delle direzioni, che sono personali e proprio per questo intimamente legate all'esistenza. Il rapporto tra la vita e l'arte è molto intenso, tanto che esse sono facce di una stessa medaglia, che sondano gli spazi del reale sino ad approdare a fondali inesplorati. Ecco, dunque, che la scrittura diventa un percorso di conoscenza e un viaggio continuo. "Le mie direzioni" è anche una meditazione sul tempo, che sia quello biologico, che sia quello dei sentimenti oppure del procedere implacabile della clessidra. In questa condizione che tutto travolge e nella quale tutto scorre solo l'emozione è salda e rimane certezza.