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"Vi è forse una ragione, per indagare l'inquietudine, che sempre mi appartiene?". Questa domanda, tratta dal testo VI della raccolta "Il labirinto" di Mirella Crapanzano, costituisce il punto d'avvio di un percorso che si snoda nei meandri dell'essere e che mostra tutta la sua complessa struttura, con una forma a gomitolo, delimitando un itinerario che nasce dal dubbio ("Il labirinto ha cavità profonde, dove vive il dubbio", X) e che individua nella parola il momento dell'autocoscienza. La silloge, è un continuum, un poemetto, un fiume in piena verso l'approdo e verso la salvezza, in definitiva uno dei possibili viaggi dell'uomo contemporaneo.