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"Di ugere nives, redeunt iam gramina campis / arboribusque comae". Con questo verso, tratto dai Carmina di Orazio, e posto in esergo al suo volume di poesie "La Luce dell'inverno", Paola Liotta ha voluto fornire al lettore un indizio per introdurci alla sua più recente fatica letteraria dal trasparente eppur complesso simbolismo. Essa rivela un'armonia e un'unità di ispirazione tali da ricondurla nell'ambito di un poemetto di 267 versi di varia estensione, sorretto in ogni sua parte da irriducibile intensità d'amore, che sgorga da un'anima gentile come acqua pura da fonte montana perenne. Madrigali, versi sciolti, in sintesi un poemetto scritto con inchiostro rosso-sangue per suggellare la più credibile definizione dell'amore. Amore senza fine.