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"Minimalia" nasce dall'unione-contrazione dei due vocaboli latini "minima" e "animalia". Minima, cose molto piccole, in riferimento alla brevità dei sedici racconti proposti; animalia in quanto in ognuno di essi compaiono vicende di animali. Sono storie di relazione tra il mondo umano e quello animale, vere e quasi tutte a lieto fine. In questi tempi di pandemia e di forti preoccupazioni in ogni dimensione della vita sociale, l'autrice vuole trasmettere i valori della leggerezza e del rispetto, e la speranza che l'amicizia con le altre creature non umane contribuisca ad aumentare la serenità e il benessere di ciascuno. Una sorta di ecologia degli atteggiamenti e dei sentimenti che riscatti, ami e comprenda le difficoltà di ogni vivente, in un'epoca in cui l'umanità sembra scivolare nello stravolgimento del rapporto tra sé e il resto del creato. Sullo sfondo compaiono ricordi di un mondo agreste povero ed essenziale, ormai scomparso e sconosciuto alle ultime generazioni.