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In questa prima prova poetica, la giovanissima autrice rimescola suggestioni che le arrivano dai grandi maestri della letteratura italiana della fine dell'Ottocento e del XX secolo. Carola ascolta la lezione dei Grandi, se ne innamora e impara. Due esempi su tutti: i versi concisi ed ermetici che rimandano a Ungaretti, così come l'abolizione della punteggiatura, mentre una certa nostalgia delle origini sembra accostarsi alla poetica del fanciullino di Pascoli. Completano la silloge alcuni disegni che, nel loro rigoroso contrasto del bianco e del nero, ricordano certe prove grafiche d'avvio Novecento.