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Ci siamo chiesti se nel panorama editoriale mantovano, ricco di saggi di carattere scientifico, potesse assumere significato proprio un contributo di studio volto a scandagliare gli imperscrutabili cammini del gusto, che mirasse a cogliere negli infiniti elementi distintivi del dolce quel contesto di piacere e di tradizione che ancora fortunatamente opera e a livello familiare e territoriale, portando sulla tavola i segni incancellabili di una stagione immortale di saperi e di sapori. Il nostro tempo tende a rivitalizzare una stagione ormai sepolta, e per questo deve portare un frutto nuovo, una resurrezione, un nuovo Rinascimento. Allora vogliamo narrare di un processo che si diparte nei "territori del dolce" dal medioevo al passato prossimo, ovvero quello che sta immediatamente alle nostre spalle, senza farci condizionare dagli amarcord a ogni costo, convinti come siamo che la tradizione in tavola non sia da guardare con occhi nostalgici, ma da rielaborare attraverso il gusto che permea il quotidiano. Essa non dev'essere il nostro rimpianto ma il nostro orgoglio.