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In questo scritto Gaetano Vicari presenta una puntuale ricostruzione della storia del quartiere Fundrisi della città di Enna, formatosi sin dal 1396, quanto la gente che abitava il villaggio Fundrò tra Piazza Armerina ed Enna, venne "deportata" a seguito della distruzione del loro villaggio. L'antica Enna, che allora, nella parte occidentale della montagna era completamente disabitata, accolse questa gente dando vita al quartiere Fundrisi. L'integrazione di questa popolazione fu limitata e lenta. I cittadini indigeni vantavano orgogliosamente delle loro origini e costituivano l'aristocrazia del tempo. Essi per sottolineare la loro superiorità nei confronti dei contadini "trasferiti" a Castrogiovanni, non oltrepassarono mai il punto della città detto Balata (ora piazza Matteotti), distinguendo gli abitanti con i motti "di sù" e "di giù".