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Il volume raccoglie quattro storie di soldati prigionieri del Terzo Reich in Germania e negli altri territori occupati dai tedeschi negli anni 1943-1945, la cui esperienza è meno nota rispetto a quella degli ufficiali e meno frequentemente affidata alla scrittura. Gli scritti raccolti sono estremamente diversi per tipologia e per la vicenda che testimoniano. Quello di Carlo Calzà è un diario scritto giorno per giorno su supporti diversi, a testimonianza della condizione di precarietà in cui avviene la scrittura: due piccole agende, dei fogli ripiegati e, infine, un calendarietto tedesco annotato a matita. Il testo di Claudio Busolli è una memoria, scritta per intero in prigionia con sguardo retrospettivo. Lettere sono quelle scritte alla madre da Fernando Manfredi dai lager di Macedonia e di Croazia e quelle di Arturo Cortiana, emozionanti documenti sulla violenza della prigionia. Gli autori sono tutti accomunati dalla condizione popolare, dalla predisposizione all'impegno nella vita sociale, dalla formazione cristiana.