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«Il paternalismo di Stato non si accontenta del consenso, lo esige, lo coltiva, lo agogna. Infonde tranquillità spacciando le proprie decisioni come il frutto più prezioso della ragione del meglio, sollevando il cittadino dalla fastidiosa responsabilità del pensare; mostra di fondare i propri decreti sui preziosi risultati della scienza, provando a farci dimenticare che non esiste legge che non sia proposta da un politico; prova a suggerire di non avere altra scelta e in questo certamente si tradisce, perché chi non rinuncia a pensare ne vede invece una infinità. È successo con le leggi di Norimberga, con i decreti di Stalin, con lo Stato fascista, con le dittature di Franco, Salazar, Pinochet. E il solo elenco dei presunti padri della patria riempirebbe per intero una enciclopedia.»