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Gobetti riteneva che il teatro necessitasse di essere sfoltito non affollato (come scrisse anche per il liceo) e con un paradosso giudicò che potesse essere rinnovato tramite il cinematografo e lo spettacolo di varietà, che avrebbero portato il pubblico a disertarlo. «Il teatro artistico può vivere solo come una nuova specie di massoneria o di congregazione per gli iniziati», conclude la sua Frusta, concludendo anche la sua intensa esperienza di critico teatrale.